Bentornate lucciole!

La fortuna di stare in campagna, malgrado le scomodità di ogni ordine e grado in una civiltà improntata al tutto e subito, rimane senza dubbio l’opportunità di fare ancora esperienza della natura e dei suoi abitanti (come noi, d’altronde…). Ieri sera, per esempio:

Sono Tornate le Lucciole!

Quei minuscoli insetti dall’energia straordinaria, che hanno la capacità di rendere la notte buia magica, favolesca, e che mi riportano sempre a vissuti ed esperienze bambine, quando uscivo a catturarne una per riporla in un bicchiere e trovare i soldini il mattino seguente.

Le lucciole…così piccole e così ricercate, tanto da ispirare diverse leggende a spiegare la magia della loro natura. Ve ne racconto una:

Tanto tempo fa le lucciole erano insetti neri, che uscivano dalla loro tana solo di giorno, quando c’era tanta luce.

Una sera, la luna era appena apparsa nel cielo, una lucciola fu chiamata da una piccola libellula che si era ferita ad un’ala e non riusciva più a tornare a casa, così la lucciola mise sulla schiena la libellula e la portò a casa.

All’improvviso, una nuvola coprì la luna e la povera lucciola rimase sola e al buio aveva molta paura, sentì un rumore:

l’acqua dello stagno si muoveva e un gracidare sospetto si avvicinava. Quando si accorse del pericolo, la lucciola cercò di scappare ma al buio della foresta la lucciola non riusciva ad orientarsi ma non riuscì a trovare un nascondiglio: era così buio che non vedeva un palmo dal suo naso.

A un tratto, spinte dal vento, le nuvole si spostarono e la luna tornò a brillare nel cielo. Alla luce della luna, la lucciola finalmente riuscì a sfuggire alla rana. La luna vide che la lucciola era salva e perché non corresse più pericoli gli donò un po’ della sua luce. Da quel giorno le lucciole non furono più attaccate da nessuno. Con la loro luce illuminarono la notte.

La luce nel buio, illuminare la notte, metafore evocative di vissuti difficili, pesanti, e di ciò che invece solleva o guida alla scoperta di percorsi e strade di crescita, di benessere, di mutamento. Io ho provato a stare in silenzio e da sola, nel buio, in mezzo alle lucciole…e non è la stessa cosa che starci senza, non c’è solitudine, né panico, ma una magica sensazione di meraviglia.

E poi, se pensate a quanto è breve la vita della lucciola, alcuni giorni in fondo, e a quanto in questo breve tempo usi le sue risorse per andare alla ricerca di ciò di cui la sua natura ha bisogno: sì, perché le lucciole fanno luce per comunicare tra loro e riuscire così a trovare un partner e riprodursi prima di morire.

Cercare…quanto cerchiamo anche noi nella nostra vita? Continuamente.

Forse cercare fuori e dentro di noi il modo per essere felici e dare un senso all’esistenza è la vita stessa.

Come se ognuno di noi avesse un piccolo lume insomma, necessario sopratutto al buio per non sentirsi persi. I lumi possono essere di tanti tipi: un pensiero, una presenza, una persona, una passione, una fede, un ricordo, un percorso, tutto ciò che è con noi sempre e ci guida nei giorni e nelle notti dell’anima.

Voi ce l’avete un piccolo lume? O l’avete momentaneamente sperduto?

Pensateci, che da qualche parte è di sicuro e se lo cercate fuori e dentro di voi lo potreste pure trovare!

2 commenti su “Bentornate lucciole!”

  1. aggiungerei che da quello che facciamo nell’oscurità o che viene dalla nostra oscurità dipende quello che realizziamo con e nella nostra luce, e queste due non sono in antitesi ma complementari e sono noi nel nostro tutto.

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