Riflessioni serie e semiserie di una Strizzacervelli
Who I am
Ciao!
Prima di tutto, presentiamoci! Mi chiamo Chiara Zampi e sono una Strizzacervelli, appunto…Psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico-transazionale…Analista, insomma.
Lavoro a Montale, in Toscana, provincia di Pistoia, e vivo in una paesiello in collina. Questo ve lo racconto perché il tema “paesiello” racchiude forse il mio percorso professionale e anche la mia filosofia di lavoro, che vuole unire le conoscenze e le competenze tecniche alla semplicità e all’autenticità.
Io sono nata e cresciuta di nuovo in un piccolo paese di campagna, nel negozietto di alimentari di mia nonna, dove credo di aver imparato e riportato nella mia professione quanto si viva di relazioni e allo stesso tempo quanto siano complesse e a volte difficili da gestire, in termini di confini, di fiducia, di rispetto e di reciprocità. Una bella palestra, su questo non c’è dubbio! Ho avuto anche la fortuna però di non rimanere ferma e di fare tante esperienze diverse, di viaggiare, di studiare in una grande città e di approfondire lo studio della mente e dell’anima umana, che mi ha sempre affascinato e catturato con una potenza incredibile. L’inizio di questa professione, che sento veramente mia, è dovuto alla fine di un altro percorso, quello di aspirante ricercatrice e di docente all’università. Ho trascorso diversi anni dopo la laurea chiusa in un laboratorio a studiare e a pubblicare e a sperimentare: bello, bellissimo da un lato, ma per me forse troppo stretto, troppo poco dentro la relazione e troppo lontano dagli esseri umani. Certo, anche l’ambiente universitario è stato illuminante su come funzionino le relazioni, questa volta più in negativo: ho visto come si può manipolare, come si svaluta, come si usano le relazioni per i propri scopi, come si usano anche le persone se necessario. Non c’è stato solo questo, ma questo me lo ricordo bene. Ho sempre pensato infatti che aver deciso di non attendere il proprio turno in una lista di attesa non scritta per ottenere il giusto rispetto e salario abbia provocato in me una grande delusione e tanta frustrazione, ma che mi abbia veramente salvato dal restare in un mondo che era alieno per me, e da cui mi sono allontanata senza rimpianti.
Oggi so che faccio il lavoro che fa per me e che è il più bello del mondo: curare le difficoltà delle persone, che nascono nelle relazioni, attraverso un incontro e la costruzione di una relazione paritaria e nutrita dall’etica, dall’onestà, dalla presenza mentale e emotiva. E’ un lavoro talvolta difficile, in cui non sfuggi mai a te stesso proprio perché terapeuta, ma un lavoro onorevole nel continuo esercizio del rispetto dell’altro e del suo mondo, tutto da scoprire.
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